Bene culturale e vincolo “indiretto”: oggetto della tutela è la cornice ambientale potenzialmente interagente con il bene culturale, che può richiedere una conservazione particolare.

Consiglio di Stato, Sez. VI, Sent. 09.12.2024 n. 9860

Le valutazioni in ordine all’esistenza di un interesse sia archeologico che storico-artistico, tali da giustificare l’apposizione dei relativi vincoli, è espressione di un potere ampiamente discrezionale, di prerogativa esclusiva dell’Amministrazione; può essere sindacato in sede giurisdizionale solo in presenza di profili di incongruità ed illogicità di evidenza tale da far emergere l’inattendibilità della valutazione tecnico-discrezionale compiuta (ex multis Consiglio di Stato, sez. VI, 6 marzo 2009, n. 1332).

[…]

In riferimento alle contestazioni avverso il cd. vincolo indiretto sulle quali si concentra maggiormente l’appello giova inoltre osservare quanto segue.

In base all’art. 45 del Codice dei beni culturali “Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”. La norma demanda all’amministrazione di delimitare con intensità variabile, non predeterminata, le misure più idonee a preservare il valore ed il significato che il bene colturale rappresenta nel territorio nel quale è collocato. Va osservato che, visti i rilievi di parte appellante, tale finalità non è circoscritta alla sola visuale o fruibilità del bene culturale (nel caso di specie, la chiesa), ma più in generale a preservarne le “condizioni di ambiente e di decoro”.

La giurisprudenza ha infatti precisato che il vincolo indiretto concerne la cd. cornice ambientale di un bene culturale (cfr. Cons. Stato, IV, 9 dicembre 1969, n. 722; VI, 18 aprile 2011, n. 2354). Ne deriva che non è il solo bene in sé […] a costituire oggetto della tutela, ma l’intero ambiente potenzialmente interagente con il valore culturale, che può richiedere una conservazione particolare. In questo senso il canone di verifica del corretto esercizio del potere deve avvenire secondo un criterio di congruenza, ragionevolezza e proporzionalità. Tali criteri sono tra loro strettamente connessi e si specificano nel conseguimento di un punto di equilibrio identificabile nella corretta funzionalità dell’esercizio del potere che deve essere congruo e rapportato allo scopo legale per cui è previsto (cfr. Consiglio di Stato, sez. VI, 3 luglio 2012 n. 3893).

Deve inoltre osservarsi come la giurisprudenza abbia precisato che il vincolo indiretto può essere apposto per consentire di comprendere l’importanza dei luoghi in cui gli immobili tutelati dal vincolo diretto si inseriscono mediante la loro conservazione pressoché integrale (Consiglio di Stato, Sez. VI, 26 maggio 2017, n. 2493).

Va rimarcato come la valutazione dell’amministrazione nell’ambito in discorso è per lo più insindacabile, se non sotto il profilo della congruità e della logicità della motivazione ed in particolare per difetto o manifesta illogicità della motivazione o errore di fatto (cfr. Cons. St., sez. IV, 22 giugno 2005, n. 3305; Cons. St., sez. VI, 22 agosto 2006, n. 4923; Cons. St., sez. IV, 9 febbraio 2006, n. 659).

[…]

Le doglianze di parte appellante, suscettibili in astratto di un qualche margine di apprezzamento, devono essere valutate in concreto, tenuto conto che il provvedimento di tutela indiretta, a prescindere dall’aspetto legato alla mera visuale della chiesa, intende conservare i caratteri peculiari della cornice ambientale entro la quale la stessa è collocata, della quale vi è una puntuale descrizione nel provvedimento, e che non è riconducibile alla mera visibilità prospettica del bene culturale.

Al riguardo, la giurisprudenza ha già avuto modo di osservare che i valori tutelati dalla norma citata hanno carattere ambivalente ed investono l’ambito territoriale interessato nel loro insieme in ragione della peculiarità dei beni da tutelare, con la conseguenza che il vincolo indiretto può essere apposto per consentire di comprendere l’importanza dei luoghi in cui gli immobili tutelati dal vincolo diretto si inseriscono mediante la loro conservazione pressoché integrale (cfr. Consiglio di Stato, Sez. VI, 26 maggio 2017, n. 2493).