Consiglio di Stato, Sez. VI, Sent. 30.11.2023 n. 10335
Anche a voler ammettere che il Comune abbia tenuto un comportamento tale da indurre nella signora -OMISSIS-la convinzione di non necessitare di alcun altro titolo, oltre all’occupazione di suolo pubblico, per poter esercitare l’attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui essa è titolare, una simile circostanza non avrebbe potuto giustificare l’annullamento dei dinieghi di permesso di costruire oggetto di impugnazione.
In effetti l’affidamento riposto da un privato nella legittimità di atti amministrativi in linea di principio, anche se giustificabile – e in tal senso legittimo -, non è idoneo di per sé solo a giustificare il mantenimento in vita di atti amministrativi illegittimi: l’unica eccezione a tale principio è enunciata nell’art. 21 nonies della L. n. 241/90, che preclude l’annullamento di un atto illegittimo trascorso un determinato termine, salvo che non ricorrano le particolari circostanze indicate nel comma 2 bis (false rappresentazioni dei fatti o di dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell’atto di notorietà false o mendaci per effetto di condotte costituenti reato, accertate con sentenza passata in giudicato), in presenza delle quali l’atto amministrativo illegittimo è annullabile in ogni tempo: il termine in questione, nella versione della norma vigente all’atto dell’adozione degli atti impugnati era di 18 mesi, termine ridotto a 12 mesi dall’art. 63 del D.L. n. 77/2012, convertito con la legge n. 108/2021. La ragione per cui non si può far luogo ad annullamento di un atto amministrativo, ancorché illegittimo, trascorso un determinato periodo di tempo risiede, precisamente, nell’esigenza di tutelare l’affidamento riposto dal privato sulla legittimità dell’atto, che si presume assistito da legittimità.
Come si vede, l’affidamento viene tutelato solo quando sia stato qualificato dalla precedente adozione di un atto illegittimo, che abbia ampliato la sfera giuridica del destinatario, e comunque solo dopo che sia trascorso il sopra indicato periodo di tempo: durante i primi 12/18 mesi, dalla adozione dell’atto illegittimo, il legislatore ritiene recessivo l’affidamento del privato e preminente l’interesse pubblico all’annullamento. […]
Anche in materia edilizia, in particolare, la lesione dell’affidamento ha ricevuto un limitato riconoscimento, ancorquì in connessione con l’annullamento di un titolo edilizio precedentemente rilasciato: ma anche in tal caso, salvo che non sia decorso il termine previsto dalla legge, tale affidamento riceve tutela solo in via indiretta, ovvero imponendo un onere di motivazione rafforzata (cfr. Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 8/2017).